Antonio Pizzuto

Biografia

Antonio Pizzuto (Palermo 1893-Roma 1976), proveniente da una famiglia di tradizioni umanistiche, si laureò in legge (1915), quindi in filosofia (1922). Dal 1918 percorse la carriera in polizia, conclusa nel 1949 con il grado di Questore. Dopo il pensionamento si consacrò interamente alla scrittura narrativa, praticata fin dalla prima giovinezza (al precoce esordio, nel 1912, con la novella «Rosalia», erano seguiti quattro romanzi ‘segreti’). Giunto alla ribalta nel 1959, con l’edizione Lerici di «Signorina Rosina» (una prima stampa del libro, nel 1956, era rimasta inosservata), pubblicò in un breve giro di anni una sequenza di opere che rimane memorabile per l’audacia crescente delle proposte: «Si riparano bambole» (1960 e 1973); «Ravenna» (1962); «Paginette» (1964 e 1972); «Sinfonia» (1966 e 1974); «Testamento» (1969); «Pagelle» I e II (1973 e 1975); «Ultime e Penultime» (1978). Negli ultimi anni sono apparsi gran parte dei suoi scritti inediti: dai romanzi ‘giovanili’ «Rapin e Rapier» (Editori Riuniti, 1998) e «Così» (Polistampa, 1998) ai racconti raccolti in «Narrare» (Cronopio, 1999); dai carteggi con Giovanni Nencioni, con Gianfranco e Margaret Contini (Polistampa, 1998 e 2000), con Salvatore Spinelli (Nuova Ipsa, 2001 e 2003) e con Lucio Piccolo (Scheiwiller, 2002) alle produzioni estreme: «Giunte e virgole» (Fondazione Piazzolla, 1996), «Spegnere le caldaie» (Casta Diva, 1999). Nel 2001 sono uscite nuove edizioni di «Si riparano bambole» (Sellerio) e di «Ultime e Penultime» (Cronopio); nel 2002 quelle di «Ravenna» e «Paginette» (Polistampa); nel 2004 quelle di «Signorina Rosina» e «Sul ponte di Avignone» (Polistampa).