Descrizione
Torna ai lettori, nel centenario della nascita di Danilo Dolci, Il Dio delle zecche, la raccolta di poesie pubblicata nel 1976 da Mondadori, e da anni non più disponibile.
viva utopia ci urge,
inesauribile –
sappiamo quanto malata
d’uomo sia la vita della terra:
mentre fiumi di fiumi ci si sperdono
invisibili attorno, e svagati
fatichiamo a inventarci nuove vele
timoni nuovi,
a interpretare correnti
Due città si contrappongono in questi versi: quella delle zecche, «frammentata e velenosa», in cui si vive succhiando dagli altri il sangue, dunque ogni risorsa vitale, e la città terrestre, «in ricerca creativa del suo fine», dove il legame tra gli esseri viventi è un continuo e creativo costruire nuovi modi di stare al mondo, insieme.
Come Poema umano, che la precedette di due anni, si tratta di un’opera di notevole impatto etico e politico, tanto lucida e penetrante quanto intrisa di passione umanissima e profonda, che trova sintesi precisa nella semplice affermazione dello stesso Dolci: «la poesia suscita sensibilità poetica, e nuova poesia, attorno a sé». Tutti i temi della sua ricerca trovano spazio in queste pagine, confermandone l’attualità profetica. Il loro senso, allora come ora, sta nel «divenire occasione, strumento di verifica e discussione in un contesto più ampio».
Danilo Dolci (1924-1997) architetto e sociologo, poeta ed educatore, è stato di certo uno degli intellettuali italiani più importanti del Novecento. Triestino, scelse di vivere e lavorare in Sicilia, dove ha sviluppato e approfondito il metodo della maieutica strutturale reciproca e le sue riflessioni sullo sviluppo e la democrazia. Notissimi in tutto il mondo, i suoi scritti, che spaziano dalla saggistica alla poesia, oggi sono in gran parte in via di riedizione. Nel catalogo Mesogea: «Ciò che ho imparato e altri scritti» (2008), «Palpitare di nessi» (2012), «Conversazioni con Danilo Dolci» (2013), «Poema umano» (2016), «Chissà se i pesci piangono» (2018).
Autore
Danilo Dolci (1924-1997) architetto e sociologo, poeta ed educatore, è stato uno degli intellettuali italiani più importanti del Novecento. Triestino, scelse di vivere e lavorare in Sicilia, dove ha sviluppato e approfondito il metodo della maieutica strutturale reciproca e le sue riflessioni sullo sviluppo e la democrazia.
Notissimi in tutto il mondo, i suoi scritti, che spaziano dalla saggistica alla poesia, oggi sono in gran parte in via di riedizione. Nel catalogo Mesogea: Ciò che ho imparato e altri scritti (2008), Palpitare di nessi (2012), Conversazioni con Danilo Dolci (2013), Poema umano (2016), Chissà se i pesci piangono (2018).
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