Descrizione
«Libro della storia che noi viviamo. Scritto giorno per giorno». Con queste parole Giuseppe Fava, chiudendo l’editoriale del primo numero de I Siciliani, nel 1983, sintetizzava forma e sostanza della rivista che aveva appena fondato a Catania. E sono quelle sue stesse parole di allora a esprimere oggi il senso, la forza, la necessità di Un anno, la raccolta completa di tutti i suoi articoli su I Siciliani.
Le inchieste, i racconti, gli editoriali, le analisi che lo compongono costituiscono la testimonianza del rigore etico e professionale, della passione civile, del talento narrativo di Pippo Fava e ci consegnano pagine improntate alla volontà di sapere, di informare e raccontare, all’ostinazione nel cercare oltre la superficie dei fatti e delle cose.
Pagine in cui leggiamo – e rileggiamo – la storia torbida del nostro tempo insieme alla geografia della bellezza e delle sue deturpazioni; percorriamo – e ripercorriamo – luci e ombre di paesaggi e accadimenti, di uomini e cose sovente raccontati con tagliente ironia, in una lingua colta e asciutta di concretissimo disincanto e ancor più concreta umanità. Libro della storia che noi viviamo, Un anno – come hanno scritto Elena e Claudio Fava – «è uno sguardo nudo ed estremo sulle cose che Fava scrisse e dunque sulle cause della sua morte».
E nel passare da una riga all’altra, dimorando nelle sue pagine come nei luoghi e nel tempo di quel «giorno per giorno», leggere ci sembra più che mai un modo ancora possibile di non arrendersi.
Giuseppe Fava nasce a Palazzolo Acreide (Siracusa) il 15 settembre del 1925. Laureatosi in Giurisprudenza, intraprende a Catania la professione di giornalista. Alla fine degli anni Cinquanta è caporedattore al quotidiano Espresso sera, nello stesso periodo realizza le numerose inchieste giornalistiche poi raccolte nei volumi «Processo alla Sicilia» (1970) e «I Siciliani» (1980) e matura la propria vocazione artistica e letteraria. Nel 1966, vince il Premio Vallecorsi con «Cronaca di un Uomo», e nel 1970 il Premio IDI con «La Violenza», da cui Florestano Vancini trasse il film «Violenza Quinto Potere» (1974). Tra il 1969 e il 1980, oltre alle opere teatrali e a «Pagine» (poi Mesogea 2011), pubblica «Gente di rispetto» (1975; Bompiani 1986) – da cui il film omonimo di Luigi Zampa –, «Prima che vi uccidano» (1976; Bompiani 2009) e «Passione di Michele» (1980; Mesogea 2009) – da cui il film di Werner Schroeter, «Palermo oder Wolfsburg». Nel 1982, dopo aver diretto il Giornale del Sud ed esserne stato licenziato, darà vita alla nuova testata I Siciliani, che dirigerà fino al giorno in cui verrà assassinato dalla mafia la sera del 5 gennaio 1984. Nel 2003 esce, a cura della Fondazione Giuseppe Fava, la prima edizione del volume postumo «Un anno» ripubblicato da Mesogea nel 2010.
l'autore
Giuseppe Fava nasce a Palazzolo Acreide (Siracusa) il 15 settembre del 1925. Laureatosi in Giurisprudenza, intraprende a Catania la professione di giornalista. Alla fine degli anni Cinquanta è caporedattore al quotidiano Espresso sera, nello stesso periodo realizza le numerose inchieste giornalistiche poi raccolte nei volumi Processo alla Sicilia (1970) e I Siciliani (1980) e matura la propria vocazione artistica e letteraria. Nel 1966, vince il Premio Vallecorsi con Cronaca di un Uomo, e nel 1970 il Premio IDI con La Violenza, da cui Florestano Vancini trasse il film Violenza Quinto Potere (1974). Tra il 1969 e il 1980, oltre alle opere teatrali e a Pagine (poi Mesogea 2011), pubblica Gente di rispetto (1975; Bompiani 1986) – da cui il film omonimo di Luigi Zampa –, Prima che vi uccidano (1976; Bompiani 2009) e Passione di Michele (1980; Mesogea 2009) – da cui il film di Werner Schroeter, Palermo oder Wolfsburg. Nel 1982, dopo aver diretto il Giornale del Sud ed esserne stato licenziato, darà vita alla nuova testata I Siciliani, che dirigerà fino al giorno in cui verrà assassinato dalla mafia la sera del 5 gennaio 1984. Nel 2003 esce, a cura della Fondazione Giuseppe Fava, la prima edizione del volume postumo Un anno ripubblicato da Mesogea nel 2010.
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