Descrizione
La storia che Ouejdane e Afef raccontano in questo libro è quella di una duplice rivoluzione. La rivoluzione della libertà e della dignità esplosa in Tunisia alla fine del 2010, che ha rovesciato la dittatura di Ben Alì, e la rivoluzione vissuta nei corpi e nelle coscienze da tunisini «nati oppressi e cresciuti impauriti […] confinati nelle regole inamovibili della repressione», dittatoriati. È questa la parola che non c’è nei dizionari con cui le autrici danno nome alla condizione che hanno vissuto e condiviso per più di vent’anni con intere generazioni di connazionali, in Tunisia e all’estero. Per cominciare a raccontarla, come per cominciare a ribellarsi nelle piazze, nelle strade o da lontano, dietro un computer, bisognava guardarsi dentro, trovare quella parola, sentirne il peso e avere il coraggio di pronunciarla. Per rimuoverla? No. Per continuare a lottare. Per non essere mai più dittatoriati.
C’è chi combatte la dittatura e ne è oppressore dichiarato.
C’è chi viene combattuto da essa e ne diventa la vittima.
C’è chi la costruisce, la alimenta, la fa crescere nel proprio grembo e ne è l’artefice.
C’è invece chi cresce tra i suoi tentacoli, respirando il suo alito soffocante e sopravvivendo alla sua ferocia.Questi siamo noi, i dittatoriati.
Siamo nati oppressi e cresciuti impauriti.Oggi siamo ribelli.
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