Descrizione
Viene pubblicato postumo per volontà di un gruppo di amici del grande sociologo algerino e per gentile concessione della signora Rebecca Sayad. L’autore aveva manifestato il desiderio che il libro non uscisse in Francia ma in Italia, per eliminare ogni possibile interpretazione equivoca delle sue critiche al nazionalismo algerino. Legata, infatti, alla Francia da una vera e propria ‘passione’ reciproca, espressasi con estrema violenza nella lotta di liberazione, la società algerina non riesce ancora ad uscire dal nazionalismo ‘negativo’ della fase anti-coloniale. Sayad ne spiega l’identità complessa attraverso il fenomeno migratorio, esamina le circostanze che fanno della lunga colonizzazione francese dell’Algeria un peculiare caso di simbiosi nella relazione dominante-dominato, deduce le caratteristiche culturali e politiche del ceto dominante algerino di oggi e auspica che esso possa trovare la via di un nazionalismo ‘positivo’.
l'autore
Abdelmalek Sayad (1933-1998), nato in Cabilia, è stato uno dei più geniali sociologi della scuola francese di Pierre Bourdieu, con il quale aveva collaborato attivamente anche al celebre libro La misère du monde (1993). Tuttavia, non aveva mai rinnegato la componente algerina della sua cultura, così come non aveva mai voluto prendere la cittadinanza francese. Il suo spirito libero non riconosceva a nessuno Stato il diritto di concedere la patente di cittadino del mondo che rivendicava per se stesso e la propria cultura. Riconosciuto in ambito internazionale come il vero rifondatore di una ‘scienza della migrazione’ Sayad reinterpreta con la sua geniale ‘lettura’, la posizione ambigua del migrante che non è cittadino di pieno diritto né nella società di partenza né in quella d’arrivo. Precedenti traduzioni dei suoi scritti sono disponibili in riviste specializzate; recente la pubblicazione in Italia de La doppia assenza (2002), segno della crescente attenzione nei suoi confronti.
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